giovedì 3 agosto 2017

Oggi andiamo... Avventura in Sardegna


  • Mamma ma come fai ad aver avuto tante avventure?
  • Semplice... ogni viaggio è un’avventura se lo vivi dall’inizio e non da quando arrivi.
  • Ma che significa? MAMMA!!!
  • Ok, facciamo un esempio… siamo stati in Sardegna giusto?
  • Si
  • Con cosa ci siamo andati? La Sardegna è un’isola ricordi? È circondata dal mare…
  • Si, si, in nave!
  • Beh… per me è stata una bella avventura dormire in nave! Per voi no?
  • Siiiiiii !!!! C’era anche il bagno, e i letti a castello!
  • Hai visto? Come pirati… abbiamo dormito nella pancia della nave!
  • MAMMA!!!!
Eh già… ogni viaggio è un’avventura e la nostra piccola vacanza in Sardegna lo è stata per vari motivi. Ero da sola con le Pesti intanto, senza Prof, supportata da ottimi amici, ma pur sempre sola. Primo viaggio in nave per entrambe le Pesti, di notte per di più! Ma i viaggi son così! Avventure appunto. E se ci si fa troppe domande non si parte mai… e io di domande me ne son sempre fatte troppo POCHE :D

Non so cosa ricorderanno loro a distanza di anni ma io dell’avventura in Sardegna ricorderò più di tutto lo Stupore.

Non è la prima volta che vado in Sardegna (è la quarta in realtà…) ma ogni volta, ogni volta, riesce a stupirmi con la sua bellezza sfacciata e selvaggia. È un’isola dalle mille sfaccettature, i paesaggi sono così diversi che si ha la sensazione di trovarsi in tanti posti diversi nell’arco di una stessa giornata.

Ma la cosa che più amo della Sardegna e che spero vivamente non cambi mai, è la sua assoluta mancanza di "abbellimenti", non ci sono stabilimenti balneari faraonici né scivoli/tappetielastici/casine bordo mare, né nulla che possa distogliere lo sguardo da una natura prepotente e predominante. È il tipo di mare che amo, un po’ "scomodo" forse ma per me rivitalizzante. Percorrere stradine di campagna strette e a volte sterrate, che profumano di mirto e rosmarino, sentire i campanacci delle capre e poi vederle lì bordo strada che ti guardano curiose (loro!) e poi SBAM! Come un lampo ti si apre davanti una caletta di sabbia fina o di ciottoli, incastonata tra la campagna e gli scogli e quel mare… Oooohhh quel mare! Azzurro, turchese, trasparente. Questo è stupore. Questa è meraviglia. Questa è la nostra Sardegna avventurosa.

mercoledì 19 luglio 2017

Oggi andiamo... Cartolina da Firenze

I miei genitori non sono mai stati grandi viaggiatori. Si andava al mare in estate quello sì perché "cambiare aria fa bene alla bambina", che sarei stata poi io. Ma il resto dell’anno lo passavamo nel nostro paesello in montagna o nei dintorni a trovare qualche parente, a sbrigare qualche faccenda, ma sempre in Toscana. Capitava così che qualche volta si andasse a Firenze. A me quei viaggi piacevano molto perché dal finestrino vedevo scorrere la campagna toscana che è uno dei paesaggi, che ancora adesso, mi piace di più. A Firenze non si andava mai per ragioni "culturali" o per attività in cui io mi sarei sentita protagonista, ai miei tempi i bambini facevano i bambini, non c’erano "attività per bambini" o "cose da fare a Firenze con i bambini" c’erano le cose che dovevano fare i grandi e che io figlia dovevo seguire in silenzio possibilmente, la ricompensa poi sarebbe stata un gelato o un pezzo di schiaccia al massimo. Ma era bello così. Perché c’era un momento in quelle gite a Firenze che io adoravo, era il momento in cui prima di tornare a casa si andava in piazzale Michelangelo. Per chi non conosce Firenze, piazzale Michelangelo è un piazzale a cui si accede dai lungarni tramite una scalinata, resta rialzato rispetto alla città ed è un ottimo punto per osservare Firenze, che è meravigliosa, dall’alto. Adesso è di gran moda andare in piazzale Michelangelo a osservare il tramonto, ho visto un video l’altro giorno in cui le gradinate erano piene di gente e addirittura c’era un gruppo che suonava! Ma provate a immaginarvelo nei primi anni ‘80, a parte che il piazzale era un parcheggio, ma poi intorno era anche abbastanza degradato, insomma era una di quelle zone poco turistiche abbastanza vicino al centro, ritrovo dopo il tramonto di coppiette e tossicodipendenti. Però a me e a mio babbo piaceva. Ne subivamo il fascino. E così prima di partire per tornare a casa ci si fermava a "salutare Firenze". Ricordo che c’era sempre un furgoncino di questi con le caramelle, il torrone e i brigidini di Lamporecchio e noi si comprava un cartoccetto di noccioline a volte quelle col guscio a volte quelle glassate con lo zucchero e si mangiavano in silenzio mentre si guardava Firenze colorarsi di arancio e crema mentre il sole spariva sulla nostra giornata di gita. Negli anni fortunatamente il piazzale è stato recuperato e rivalutato e anche i giardini intorno sono tenuti meglio perché è un bellissimo posto e ancora oggi per me è impensabile andare a Firenze e non salutarla da lassù.

lunedì 10 aprile 2017

Oggi andiamo... A teatro

Un viaggio non deve essere per forza "fisico". Si può viaggiare anche con la fantasia, con i sentimenti. La musica, il teatro, l'arte in generale per me è sinonimo di "viaggio". Ci permette infatti di aprirci ai nostri sentimenti, di immergerci per qualche minuto o per qualche ora in realtà diverse, ci apre porte nel cervello e nel cuore che altrimenti resterebbero chiuse. Ieri ho portato le bimbe a teatro a vedere "Pinocchio", un bellissimo musical messo in scena dalla compagnia teatrale "Gli sfacciati" di Acquapendente, su musiche dei Pooh. Lo spettacolo era veramente bello e gli attori molto bravi, ma la cosa migliore è stato leggere le emozioni nei visi delle mie bimbe. Dallo stupore di trovarsi in un "teatro vero", alla meraviglia di poter assistere ad una storia, letta tante volte come Pinocchio, trasformata in musica e ballo. Risate, angoscia, tristezza, gioia, hanno attraversato i loro visini in quasi tre ore di spettacolo. E' stato veramente un viaggio emozionante!

venerdì 17 marzo 2017

Oggi andiamo… A superare i nostri limiti

È proprio così che è andata. Hey Cate dove te ne vai questo fine settimana? All’Abetone mamma. Perché? A fare la gara. Una gara??? Certo, una gara di sci, dai mamma, te l’avevo detto no? E così venerdì sei partita e Domenica hai fatto la tua prima gara di sci, 7° toscana, al telefono mi hai detto: mamma tutto bene! Sono arrivata fino alla fine!

Infatti. Fino alla fine. Perché tu sei così: se parti sta pur certa che arrivi, dovessi cadere e rialzarti 10 volte. Non sei di quelle che si perdono per strada. Se dici una cosa, è quella. E io sono così orgogliosa di te. Ma non per la gara, né per la classifica. Sono orgogliosa di te per questo tuo carattere, per la tua forza, per il tuo pensare alle cose, perché non sei mai stata una che si butta nelle cose e poi si tira indietro, tu pensi, pensi molto e quando poi parti arrivi fino in fondo. E così hai aggiunto un altro mattoncino alla tua personalità, un altro passo nel viaggio della crescita.

venerdì 24 febbraio 2017

Perché: Dove andiamo oggi?

Se avessi 1euro per tutte le volte che la PiccolaPeste ha pronunciato la frase "Dove andiamo oggi?" a quest’ora… No, non sarei milionaria, ma qualche migliaia di euro da parte le avrei. È che lei è così: curiosa, instancabile, indomabile. Ricordo ancora quando all’età di 18 mesi la portammo in un bellissimo resort in Sardegna, di quelle vacanze che quando le prenoti dici "mi è costata un occhio ma cavolo mi voglio proprio rilassare!", il terzo giorno dopo che aveva esplorato ogni singolo angolo del villaggio e della spiaggia annessa, dopo colazione ci guarda e ci fa "Dove andiamo oggi?". Il panico. Vagli a spiegare che eravamo a 40 minuti d’auto dal primo centro abitato e dovevamo star lì a goderci il sole, il mare, a fare castelli e raccogliere conchiglie… Lei ci guardava e annuiva e poi "Sì, ho capito, ma poi… dove andiamo?". Ecco. Appunto.
Con l’andare del tempo ho capito che dietro quella richiesta c’era la sua infinita curiosità, mista al suo temperamento agitato per cui proprio non può stare ferma in un posto più di due minuti di fila. E così un po’ per gioco un po’ per necessità ho cominciato ad assecondare le sue richieste e pur non potendoci permettere di stare sempre in viaggio, ho sempre cercato di far "viaggiare" lei, e adesso anche sua sorella, un po’ fisicamente e un po’ con la fantasia. Finché i nostri viaggi non sono diventati così tanti e così divertenti da sentire la necessità di scriverli. E così nasce il nuovo Mela_Blog… Dove andiamo oggi?

venerdì 23 dicembre 2016

Natale

Che anno denso e strano questo 2016. Attimi di felicità pura, di orgoglio, alternati a momenti di frustrazione e conseguente sbrocco… che dire… Un anno in cui sono successe tante, troppe cose. Come i miei 40 anni per esempio, una nuova consapevolezza, un giro di boa, una presa di coscienza che "no non sono vecchia, sono sempre io epperò… però ho 40 anni". E poi il Prof, che riesce sempre a stupirmi, che si è reinventato gelataio, dopo un anno sabbatico passato a studiare, sperimentare, capire la chimica degli alimenti, l’alchimia dei gusti, il bilanciamento (come dice lui e che poi è il termine corretto) del gelato, ha aperto una gelateria, coronando così il suo sogno di bambino. La mia PiccolaPeste che dopo un fine primo anno di elementari un po’ così, si è impegnata, è cresciuta, ha fatto la sua prima vacanza family-free con nonni, zii e cuginetti per tornare in seconda elementare a darmi grosse grossissime soddisfazioni, non solo scolastiche ma anche sportive. E GranDama che guardarla è sempre una sorpresa, ti giri un attimo e puff, è "grande", ma grande vera, non solo perché va alla materna ma perché lei è così, indipendente e trasgressiva, ma troppo simpatica! E io in mezzo a tutto questo caos che è la vita e che va così veloce che non riesco a starle dietro. Vorrei poter fermarmi un attimo, allontanarmi venti passi da me, da loro e dal mio quotidiano e guardarmi così per un giorno o per un’ora, perché a volte quando sei nel mezzo al vortice non riesci veramente a capire che succede, non riesci a guardare bene negli occhi le persone che ami, a domandare con lo sguardo "va tutto bene? Sei felice? Io sono qui. Sempre qui accanto a te" ed è solo questo che vorrei dire ai miei tesori, che voglio che abbiamo sempre chiaro, anche a Natale: Io sono qui. Ed è esattamente qui che desidero essere. Buon Natale a tutti e a tutti quelli che amate.

martedì 12 luglio 2016

Quando non riesci a dormire

Mi sono sempre chiesta come facessi a dormire prima di Loro. Dormire nel senso più alto del termine, ossia cadere in uno stato di trance da cui non mi svegliava neanche il temporale figurarsi una vocina che chiama "mamma". Come farò? Pensavo. Invece. Non ho mai saputo come sia successo ma sia per Caterina che per Annalisa mi sono sempre svegliata al primo "Eh…" non ho dato mai a nessuna delle due il tempo di farlo diventare "U’nghe!". E così l’altra notte ho sentito "mamma", con quella voce schietta e sicura, era Annalisa. L’ho portata nel lettone. Dopo un paio d’ore sento una manina che mi tocca il braccio "posso?" "ma certo amore" era Caterina. Sono arrivate e il sonno è svanito. Scacciato da un pensiero e poi da un altro e un altro ancora. Quando non riesci a dormire il mondo assume delle connotazioni strane e preoccupanti, avrò fatto questo? Avrò fatto quello? Cosa dovevo fare domani? L’inevitabilità delle liste… devo passare qui, devo passare lì, devo telefonare a… E i sensi di colpa, sarò una buona madre? Perché mia figlia non vuol leggere? Dovrei insistere di più per farla leggere? Dovrei chiedere il part time per seguirla nei compiti? Oddio! Come farò adesso che anche Annalisa andrà alla materna e usciranno entrambe alle 16 da scuola? Io lavoro fino alle 17! Che ricordo avranno della loro madre? Una sciagurata sempre di corsa?! Una che non c’era mai?! Dalla veneziana cominciano a entrare le prime luci dell’alba e qualche uccellino comincia a cinguettare al nuovo giorno. Mi giro e loro sono lì, una rannicchiata, l’altra a braccine e gambe aperte che russa piano. Le guardo e come mi succede sempre, quando le guardo con calma, non per vedere se sono a posto o per sgridarle, quando le guardo con calma per guardarle e basta, penso: le mie bambine. LE-MIE-BAMBINE. MIE. BAMBINE. E il cuore fa "Poff!!" che per me sarebbe il suono di quando si apre un paracadute no? POFF!!! Il cuore si allarga, si apre, il battito rallenta e resto lì cullata dal vento delle emozioni a bearmi del mio personalissimo panorama. Allora le abbraccio tutte e due, che ancora mi ci entrano in un abbraccio solo, e mi addormento con l’odore dei loro capelli sotto il naso. Un odore che, ne sono certa, non riuscirò a scordare neanche quando avranno vent’anni.