giovedì 22 marzo 2012

Il Decalogo dello svezzamento (prima parte)

Forse l'ho già detto, delle mie amiche storiche sono stata la prima ad avere un bambino. Questo se per certi versi è stato motivo di coccolamento continuo da parte loro, che avevano ancora il tempo di telefonarmi, smessaggiarmi, invitarmi a cene e feste, comprare vestitini e balocchi per la nuova "nipote acquisita", dall'altro mi ha messo nella posizione della pioniera. Sì insomma io sono stata la prima, per cui dal momento in cui i loro test di gravidanza segnavano positivo, sono stata eletta "guru della maternità" a furor di popolo. Questa cosa mi fa ovviamente molto piacere ma a volte mi mette anche un po' in ansia, proprio perchè so che il ruolo della neo mamma è difficile e costellato di insicurezza che evito di dare consigli anche quando mi vengono richiesti, preferisco dare delle indicazioni e magari portare esempi della mia esperienza che in quanto mia è molto personale e non standardizzabile. Ci sono degli argomenti però che mi sento di trattare in modo neutrale, tipo "i 10 regali veramente utili per dei neogenitori" (che avevo già scritto nell'altro blog e che se ritrovo lo ri-posto qui) e il decalogo dello svezzamento di cui vorrei parlare oggi.
1) Età. Quando iniziare lo svezzamento? Qualsiasi pediatra vi dirà intorno ai 6 mesi, ma essendo ogni bambino diverso dall'altro anche lo svezzamento può avvenire in momenti diversi. La PiccolaPeste per esempio ha iniziato a 5 mesi e vi assicuro che non vedeva l'ora! Il mio latte non è mai stato supernutriente, nonostante glielo abbia dato fino ad un anno, e lei all'ultimo controllo risultava aver rallentato un po' la crescita, così d'accordo con la pediatra invece di inserire il latte artificiale abbiamo cominciato ad inserire la frutta: mela, banana e pera per cominciare. A 5 mesi e mezzo le prime pappine con brodo vegetale, farina di riso e liofilizzato e così via. Ci sono dei bambini invece per cui il latte materno è più che sufficiente e rifiutano categoricamente il cucchiaino, in questo caso basta aspettare, di solito dopo poco cominciano ad interessarsi da soli alla cosa.
2) Seguire i loro tempi e il loro appetito. Come dicevo sopra, fondamentale è seguire i tempi del bambino, non insistere, non disperarsi. A volte semplicemente non sono ancora pronti a fare qualcosa o ad assaggiare qualcosa di nuovo, proponetegli sempre un'alternativa per capire cos'è che non vogliono, se il cibo o se quel particolare cibo. Faccio un esempio, Caterina non ha mai mangiato omogenizzati di frutta, gliene avrò comprati di 20 tipi diversi, lei semplicemente voleva la frutta grattata o schiacciata, l'omogenizzato semplicemente non le piaceva. L'alternativa è importante all'inizio, serve per capire. Altra cosa fondamentale, non insistere per fargli finire tutto, io una volta mi stavo lamentando e il Prof che è solitamente più pragmatico di me mi fece notare che lo stomaco di mia figlia non poteva contenere tutta quella roba, aveva ragione, dimezzando le dosi (peraltro date dalla pediatra...) il problema si risolveva.
3) Strumenti per la preparazione delle pappe. Allora questo sembra essere un grosso problema per le neo mamme, in realtà vi renderete conto dopo un mese o due che tutte quelle cose che sembrano indispensabili per lo svezzamento in realtà non lo sono. Nulla e ribadisco nulla è indispensabile, mentre molte, moltissime cose sono utili. Per esempio: il brodo deve cuocere due ore? Se avete una pentola a pressione bastano 20 minuti, oppure dovete preparare una crema con le verdure frullate? Gli oggetti in commercio tipo Chicco cuocisano vapore ecc. sono utilissimi e veloci, ma nulla vieta di lessare le verdure e frullarle nella loro acqua con il minipimer. Cose così... Tutto può tornare utile ma nulla è indispensabile.
4) Fatevi vedere mangiare. Questa può sembrare una banalità ma secondo me invece è importantissima. I bambini imparano molto per imitazione e sono curiosi! Mooooolto curiosi! Io quando cucinavo (e lei era più piccola ovvio...) me la mettevo sul seggiolone accanto e gli spiegavo cosa stavo facendo, come si chiamavano le cose, insomma la intrattenevo. Questo ha portato a due cose: quando gli dicevo cosa c'era per cena già sapeva di cosa si trattava ed era più "tranquilla" diciamo (mia figlia è sempre stata una maniaca del controllo, guai a fare una cosa in cui lei è coinvolta e non averglielo detto in anticipo!) e poi ha imparato il nome di un sacco di alimenti :)
5) Tetta sì. Tetta no. Non è che quando uno inizia lo svezzamento automaticamente il latte materno non serve più oppure ci sono degli orari diversi per la tetta. Come sempre anche qui dipende. Dipende dal latte, dalla mamma, dal bambino, dalle condizioni al contorno ad esempio va al nido oppure ha qualcuno che si occupa di lui durante i pasti... dipende. Diciamo che per i bimbi la tetta non ha valenza solo nutrizionale, c'è la consolazione, c'è il legame con la mamma... Insomma è soggettivo e va vissuto in modo tranquillo, c'è chi la toglie a 6 mesi chi a 1 anno, che a 2, l'importante è che quando lo si fa, lo si faccia per una scelta nostra personale non perchè "ora mangia. latte stop".
Gli altri 5 nei prossimi giorni giuro! (continua)

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